Geri e Ferruccio

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Geri e Ferruccio

Giuseppe Geri, o Geri di Gavinana (1889-1975), il poeta “delle piccole cose” come lui stesso si definiva, ha dedicato al Ferrucci almeno tre componimenti.

Nel 1929, nella raccolta “Fiori di bosco” – l’unica che pubblicò in vita – il poeta rese omaggio alla memoria del capitano fiorentino in due poesie (citandolo anche in un terzo componimento, che qui non riportiamo, "Al campanile di Gavinana").
A FRANCESCO FERRUCCI
Regna la gloria tua ora e perenne
in tutto il mondo che di te parlò,
prode Ferruccio: e con gioia solenne
l’Italia questo bronzo consacrò.
Muto nel cuore il tuo dolore tenne
Secoli interi: e al fine si svegliò,
e del martirio tuo pianse e convenne
che per la libertà si consumò.
Tra questi monti, tra queste valli e rupi
si disfece l’idea repubblicana
dal tradimento e ritornaron cupi
pochi soldati, per la via montana,
e tra gli artigli come in preda ai lupi
cadde il prode Ferruccio a Gavinana.

UN PO’ DI STORIA
La storia di Ferruccio o Maramaldo
non la conosco tanto bene a fondo;
ma ben so che Ferruccio era nel mondo
un gran guerriero generoso e baldo
Amò Firenze e nelle vene caldo
Il sangue gli pulsò vivo e giocondo:
so ch’era bello, di colore biondo,
di cuor gentile, e che non fu spavaldo
E so che Maramaldo traditore
assassinò Ferruccio a Gavinana,
quasi morente gli spaccava il cuore:
so che suonava a stormo la campana
a lenti tocchi pieni di dolore,
e ognun piangeva per la via montana.
Un paio di anni dopo, per le solenni Onoranze del IV Centenario nel 1930, il poeta tornò a occuparsi dell’eroe scrivendo le strofe di un “Inno a Ferruccio”. L’Inno venne musicato dal Maestro Oreste Bergami e suonato dalla Premiata Filarmonica Dopolavorista “Giuseppe Verdi” di S.Marcello.
INNO A FERRUCCIO
Di Ferruccio gagliardo e guerriero,
Squilla il nome pei monti e pei piani;
Dai confini, dai mari lontani
Le sue glorie ciascuno le sa.

Di Ferruccio più il nome risuona
Nel paese dov’ebbe i natali,
Dove giaccion le spoglie mortali,
Dove eterno il suo nome sarà.

Non più a stormo la mesta campana
Suona oggi all’antico castello;
Ma ricorda il tradito drappello
Che di sangue qui il suolo bagnò.

Ma ricorda la morte e il valore
Di Ferruccio l’Italica terra,
Il suo nome fu grido di guerra,
Sempre vivo già in tutti restò.

Bibliografia e fonti:

Geri di Gavinana (Giuseppe Geri), Fiori di bosco, Firenze, Vallecchi, 1919

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