Il dipinto, eseguito per commissione del marchese Antonio Visconti d’Aragona, rappresenta una visione “ideale” della battaglia di Gavinana. Nel 1834 il Guerrazzi non ha ancora pubblicato “L’assedio di Firenze”, D’Azeglio non ha ancora visto con i suoi occhi il piccolo borgo appenninico, e il castello di Gavinana – ingigantito dall’epos – viene così raffigurato come una grande città murata che poco ha a che spartire con la realtà.
L’opera figurò all’Esposizione di Brera nel 1841; passò poi in proprietà di Stefano Stampa, e per testamento di questo all’Accademia di Brera, da dove venne infine in deposito al Museo Ferrucciano sul finire degli anni Venti del secolo scorso.