Raffaello de’ Girolami
NASCITA
Firenze, 8 marzo 1472
MORTE
Pisa, 22-24 novembre 1532
Raffaello de’ Girolami
Figlio di un’antica e ricca casata fiorentina, Raffaello ereditò dal padre il “banco”, cioè l’impresa bancario-finanziaria e commerciale, di famiglia (presso cui fu apprendista per qualche tempo, durante l’adolescenza, Francesco Ferrucci. Pur in regimi diversi tra loro, tra la seconda (1494) e la terza cacciata dei Medici (1527) ricoprì diversi incarichi politici. Tuttavia, giocò un ruolo di primo piano nella storia dell’ultima Repubblica fiorentina: si occupò dell'ingaggio di Ercole d'Este e Malatesta Baglioni e fu ambasciatore presso Carlo V a Genova. Dopo il fallimento delle trattative per salvaguardare l'indipendenza di Firenze, esortò i concittadini alla resistenza ad oltranza. Questo gli valse una larga aderenza politica, e infatti il 1° gennaio 1530 fu nominato Gonfaloniere (la più alta carica politica della Repubblica). La capitolazione di Firenze trovò quindi il Girolami all’apice del potere. La sua posizione gli avrebbe permesso di fuggire, sfruttando l’immunità garantita alla carica, e implorare il perdono papale; tuttavia, egli rifiutò e, una volta destituito, fu imprigionato e lasciato in vita per volontà del comandante imperiale Ferrante Gonzaga (tradizione vuole che il Girolami avesse prestato al Gonzaga la reliquia di famiglia, l’anello di San Zanobi, per invocare la guarigione di un figlio malato). Trasferito prima nella rocca di Volterra e infine a Pisa, il Girolami morì in prigione, forse avvelenato dai filo-medicei prima che il Gonzaga potesse intercedere nuovamente per lui presso il pontefice.
Bibliografia e fonti:
Vanna Arrighi, Girolami, Raffaello, in Dizionario Biografico degli Italiani, 56, 2001, s.v.